IL VERDE URBANO

UN’ECCELLENTE SOLUZIONE PER IL VERDE URBANO

IL VERDE URBANO

UN’ECCELLENTE SOLUZIONE PER IL VERDE URBANO

Nelle città le piante e gli alberi vivono in condizioni lontane da quelle ideali. Difficilmente riescono a godere di buona salute ed avere un bell’aspetto, soprattutto se ai margini di strade trafficate.

Non sono solo il particolato e le altre particelle inquinanti emesse delle auto ad essere dannose per le piante, più spesso il fattore che incide più negativamente è la cementificazione delle strade e dei marciapiedi, insieme alla limitazione dello spazio per lo sviluppo radicale.

In queste condizioni per le piante il risultato finale è quasi sempre una scarsa disponibilità di acqua e ossigeno alle radici, con il conseguente scarso sviluppo del fusto e della chioma e alla fine una morte prematura. Ma per questi problemi c’è una brillante soluzione.

A partire dal 2001 a Stoccolma un team di agronomi guidato da Bjorn Embrén ha seriamente affrontato il problema della salute del verde urbano, trovando soluzioni estremamente valide.

La base delle varie soluzioni che il team ha sperimentato è un ripensamento delle condizioni di sviluppo dell’apparato radicale.

Il punto centrale è la costruzione di un ampio sottosuolo strutturato e stratificato dove far crescere le radici degli alberi, offrendo lo spazio necessario per il loro sviluppo entro un largo bacino di contenimento in cemento, per evitare danni alla pavimentazione della strada e alle tubazioni del sottosuolo. Inoltre per ogni pianta è prevista un’apertura grigliata che ha la duplice funzione di far affluire le acque meteorologiche nel sottosuolo e di consentire la fuoriuscita delle emissioni di anidride carbonica prodotte dalle radici. 

Dopo i primi 3-4 anni di interventi, il team di Stoccolma ha incominciato ad utilizzare il biochar, miscelandolo con il terriccio del sottosuolo in percentuali variabili dal 10% al 25% ed in alcuni casi fino al 50%, spesso arricchendolo con compost, pollina o altro. Grazie alle sue particolari caratteristiche, il biochar è diventato un elemento fondamentale per le soluzioni del team di Stoccolma, non solo per l’impianto di alberi nei viali cementificati, ma anche nei parchi cittadini e in tante altre situazioni urbane, come ad esempio nei rondò.

Tra le caratteristiche più apprezzate del biochar per l’uso nel verde urbano, Bjorn Embrèn ha evidenziato l’elevata resistenza alla compressione, aspetto fondamentale per evitare il compattamento del suolo, la notevole porosità che consente l’assorbimento delle acque metereologiche, e la sua stabilità alla biodegradazione, proprietà assente in substrati come la torba.

Con l’impiego del biochar le nuove piante di Stoccolma hanno prosperato come mai prima, con chiome folte e apparati radicali ben sviluppati. Si è potuto osservare anche una sorprendentemente presenza di micorrize, i funghi che vivono in simbiosi con le radici delle piante e che le aiutano nella loro crescita. Mai prima di allora Embrén ed il suo team avevano notato nelle piante di Stoccolma la presenza di micorrize, indice di un’ottima salute delle piante.

Un’ulteriore conferma della capacità del biochar di ospitare microrganismi benefici e di aiutare lo sviluppo di alberi e piante.

Dopo i primi anni di sperimentazioni con il biochar, il team di Bjorn Embrén ha potuto osservare vantaggi così interessanti che la municipalità di Stoccolma si è addirittura dotata di un impianto di pirolisi, diventando produttore di biochar ed utilizzando i residui di potatura delle piante della città stessa come materia prima per il proprio impianto.

biochar

Per informazioni e richieste tecniche

info@medenergy.it
Via Giuseppe Meda n. 28
20141, Milano

Enti principali di riferimento

ICHAR, associazione italiana per il biochar fondata nel 2009.
www.ichar.org

IBI, International Biochar Initiative, ente internazionale con sede in USA fondato nel 2006.
www.biochar-international.org

Ithaka Institute, fondazione internazionale non-profit con sede principale in Svizzera e uffici in USA, Nepal e Australia.
www.ithaka-institute.org